Alpi Apuane - Il gruppo delle Panie

Pania della Croce e Cima delle Saette


La Pania della Croce, nostra prima meta della tre giorni nelle Alpi Apuane, si distingue all’orizzonte appena lasciata l’autostrada ed imboccata la strada provinciale che si addentra nel cuore della Garfagnana: un grande blocco di pietra dalle forme tondeggianti affiancato ad est da un’altra dorsale appena più bassa anch’essa di roccia nuda, la Pania Secca. Attraversiamo in auto la lunga vallata in cui la strada segue fedelmente il fiume Serchio sino al paese di Gallicano dove si lascia la strada principale e ci si avvia verso la località di Piglionico da cui prendono avvio i più importanti e frequentati sentieri delle Panie. Mezzo chilometro circa prima di arrivare al termine della strada asfaltata incontriamo un totem per l’emissione automatica dei biglietti di sosta .. decisamente un bel contrasto tra le moderne tecnologie per il parking e la secolare faggeta tutto attorno!! Comunque ci fermiamo per fare il nostro dovere e versare i tre euro nella macchinetta per la sosta di un’intera giornata: un importo tutto sommato modesto in cambio della stradina ben tenuta che arriva sino all’ampio parcheggio a quota 1.100 metri. Dopo cinque ore di auto finalmente ci prepariamo e zaino in spalla ci avviamo lungo il sentiero numero “7” alla volta del Rifugio Emilio Rossi non senza notare una piccola costruzione su cui sono poggiati numerosi bastoni da passeggio a disposizione degli escursionisti. Il sentiero si addentra subito nel bosco e passa vicino ad alcuni ruderi di vecchie costruzioni in pietra (località Pianaccette) per poi salire con svolte un poco più ripide sino ad uscire dal bosco attorno ai 1.500 metri al cospetto della Pania Secca: una grande costola di pietra ad est della Pania della Croce che esce fuori quasi in verticale dal verde dei prati circostanti descrivendo un paesaggio tipicamente alpino. Proseguendo lungo il comodo sentiero si supera il bivio con l’indicazione per la traccia che conduce alla sommità della Pania Secca e poco dopo si vede apparire più in alto il tetto del Rifugio Rossi (1.609 mt) con dietro la mole della Pania della Croce che occupa all’orizzonte .. è decisamente un bel contesto ambientale dove il verde acceso dell’erba (il “paleo” apuano) fa contrasto con la nuda roccia delle cime circostanti. Passiamo di fronte al rifugio che però è ancora chiuso mentre sono in corso dei lavori di manutenzione: il Rifugio Rossi si trova in una posizione assai felice, sia come meta per una breve escursione da Piglionico, sia come punto di partenza per traversate più impegnative nella zona delle Panie, e sarebbe sicuramente una bella esperienza avere l’occasione di tornare da queste parti per fermarsi anche a dormire all’ombra di queste montagne!! Subito dietro al rifugio il sentiero attraversa un vasto prato pianeggiante da cui si apre la vista sulla parte che ancora ci attende dell’escursione odierna: il lungo traverso sui brecciai sotto la cresta poderosa che congiunge la cima della Pania con il Pizzo delle Saette per poi la salita alla cresta che andremo ad intercettare proprio sotto al Pizzo con un percorso che come abbiamo letto da alcune recensioni, sarà di grande soddisfazione, molto panoramico e con qualche facile passaggio d’arrampicata. Dopo un breve tratto pianeggiante oltre il rifugio e superato un dosso si giunge ad un crocevia di sentieri in località Foce del Puntone, una selletta dove campeggia una palina con numerosi cartelli indicatori di sentieri e tempi di percorrenza, anche questi ben tenuti come gli altri incontrati lungo la salita … come poi avremo modo di sperimentare nei giorni successivi, questa della segnaletica ben presente è un pò una piacevole caratteristica del Parco delle Alpi Apuane. Dalla sella prendiamo il sentiero n. 139 che scende verso la Borra di Canala e fatti i primi passi notiamo a terra una bandierina segnavia davvero unica nel suo genere: fatta di metallo e fissata con dei chiodi sulla roccia … cosa d’altri tempi. La Borra di Canala è, come lascia intuire il nome, un profondo canalone dal fondo invaso da sfasciumi che precipita a valle creando un solco tra la montagna della Pania e l’altopiano carsico della Vetricia dove si trovano diverse grotte e cavità e che si può osservare bene proprio salendo alla cresta sotto al Pizzo delle Saette. Ben presto si lascia il sentiero (masso a terra con indicazioni per il Pizzo) e ci si sposta sui ghiaioni alla sinistra seguendo una traccia appena accennata che ogni tanto si perde nei tratti in cui si devono superare grandi massi sino a giungere proprio sotto la verticale del Pizzo: in quel punto la traccia si interrompe ed alcuni segni di vernice azzurra invitano ad affrontare qualche salto di roccia in sè non tecnicamente impegnativa ma non di meno è richiesta attenzione per via di un pò di esposizione. In breve si guadagna il crinale in un punto in cui lo stesso è piuttosto affilato e ci si trova di fronte la mole del Pizzo che effettivamente a prima vista non sembra tanto facilmente scalabile ... comunque, al di là della cima che abbiamo come obiettivo, la vera attrattiva è il panorama che si apre con l’arrivo in cresta sul versante occidentale che comprende un vasto tratto di costa dalla Versilia sino al golfo di La Spezia. Per l’ultimo tratto di salita in vetta ci siamo documentati e quindi troviamo facilmente la traccia giusta che ci porta sul lato sinistro del cono sommitale proprio alla base di un canale di rocce abbastanza appoggiato in cui la progressione è aiutata da numerosi appigli per le mani tanto che in breve sbuchiamo sul piccolo ripiano della vetta: ebbene si, la nostra prima sulle Alpi Apuane!! C’è ovviamente molta soddisfazione e ci concediamo una lunga sosta contemplativa anche perché i panorami circostanti sono per noi completamente nuovi: sagome delle montagne, vallate e nomi dei luoghi … è tutto da imparare e l’unica che distinguiamo all’orizzonte un pò attenuata dalla foschia è la cima affilata del Monte Pisanino con cui abbiamo appuntamento per l’indomani!! Dopo il Pizzo delle Saette si punta alla cima della Pania della Croce che appare lontana, un blocco di pietra massiccia che raggiungeremo con un panoramico percorso lungo il crinale roccioso che incombeva sulle nostre teste quando procedevamo sui brecciai in basso; con cautela ma senza dover affrontare passaggi critici si scende lungo il canale percorso all’andata fino a riprendere la cresta sottile seguendola fedelmente sino a scavalcare uno sperone (una sorta di antecima, anche se è qualche decina di metri più alto del Pizzo) per poi proseguire con delle belle visuali sulle pareti strapiombanti che sono sulla sinistra. Non vi è una traccia di segni a terra da seguire ma non ci si sbaglia se si segue il filo di cresta; occorre solo stare attenti all’esposizione, sino a raggiungere un piccolo ometto che segna il punto in cui ci si trova di fronte ad un tratto di parete che scende giù per decine di metri in verticale e che per prudenza va percorsa tenendosi ad una distanza minima di sicurezza dal baratro: è comunque un passaggio molto suggestivo che da una certa enfasi all’intero percorso dal Pizzo verso la Pania. Superato quest’ultimo tratto di crinale più affilato la cresta si amplia ed in breve si intercetta il sentiero n. 126 che sale dal Rifugio Del Freo lungo un tracciato che è anch’esso una via classica di salita alla Pania della Croce. Poco prima di arrivare sulla cima si transita su una sella dove campeggia l’immancabile palina segnaletica che dà un certo senso di rassicurazione attestando che si è sulla via giusta!! Si tratta della località Callare della Pania ad oltre 1.800 metri di quota dove si congiungono i due sentieri che salgono alla cresta sommitale dai due versanti opposti della montagna, orientale (rifugio Rossi) ed ovest (rifugio Del Freo), ed avendo un’intera giornata da dedicare a questa zona sarebbe sicuramente bello poterne fare il periplo completo con un grande percorso ad anello. Dalle Callare l’arrivo in vetta e cosa di pochi minuti e finalmente ci troviamo sull’ampio spiazzo dove sono due croci: una caratteristica e di dimensioni “normali” ed un’altra che invece è un pò più anonima e di un’altezza forse eccessiva .. comunque è proprio un bel posto e di lì si ha una visuale ragguardevole sulle alture circostanti e sui vari percorsi di salita a questa cima che è nota come la “Regina delle Apuane”, meta di numerosissimi escursionisti in ogni stagione. Qualche foto di rito ed una scritta nel libro delle firme completano l’attimo e purtroppo dobbiamo scendere verso valle .. ma che dico purtroppo .. abbiamo ancora u bel pò da camminare oggi e poi lo sguardo è già rapito dalle sagome delle cime delle Alpi Apuane più a nord dove prima di questa sera arriveremo in auto per poi fare altre belle escursioni. Si torna indietro alle Callare e ci si infila dentro un ampio e scosceso vallone dal fondo sconnesso chiamato Vallone dell’Inferno volendo così dare un’idea, forse un pò eccessiva, di un ambiente selvaggio che specie nel tratto centrale trasmette un certo senso di isolamento; sulla testata del vallone il sentiero costeggia un tratto caratterizzato da grandi rocce lavorate e levigate dal tempo dopo di che la discesa si fa un pò più dura per le gambe ma non si incontrano punti con delle criticità .. sicuramente percorrere il Vallone dell’Inferno in salita sarebbe cosa migliore!! Al termine del vallone ci troviamo di nuovo alla Foce del Puntone dove è la palina con i cartelli che ci danno rassicuranti indicazioni sui tempi di rientro a Piglionico; peccato solo per il rifugio chiuso perché una sosta al ritorno ci sarebbe stata tutta, circondati da prati verdissimi e comodamente seduti al cospetto delle rocce ravvivate dai colori del sole pomeridiano. Che dire se non cose belle del nostro esordio sulle Alpi Apuane: panorami inusuali con affacci sul mare e poi montagne diverse già al primo assaggio ... e nei giorni successivi di tali peculiarità sarebbero arrivare altre numerose conferme!!

Il giro proposto richiede poco più di sei ore comprese le soste e si percorrono circa 11 chilometri con un dislivello complessivo di 950 metri.